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      E, scusi, caro Macario, la salute va bene!?
      - Qualche mal di testa; ma, in complesso non mi lamento.
      - Uhm! Uhm! Può accendere un cero. Ma è verità sacrosanta che la fortuna càpita sempre a chi meno la merita.
      E, con questa frase un po' oscura, Beniamino si accomiatò.
      Macario, riprendendo il cammino, almanaccava intorno alle parole del giovane e si struggeva di cavarne un qualche significato. Però, dovette presto interrompere le tormentose meditazioni sentendosi afferrare e stringer con forza le mani da un uomo d'età matura, che avea nome Clemente ed era buon amico della sposa novella.
      - Collega incommensurabile, urlò costui, che piacevole combinazione! Avrei data qualunque cosa per sapere come vanno le faccende matrimoniali. Ah, Clorinda! Quante dolci memorie risveglia il tuo solo nome!
      - La conosceva da un pezzo?, chiese Macario.
      - Da un anno appena. Ma era donna generosissima: e, fin dai primi giorni, volle donarmi un ricordo di sé. Bontà senza fondo come un oceano, per il quale occorrano eccellenti palombari. E, dica, caro Macario, come va la salute?
      - Qualche dolore qui, al capo, per il resto, egregiamente.
      - Uomo fortunato! Diavolo d'un uomo, che è riuscito a cavarsela!
      E s'allontanò frettoloso, lasciando Macario immerso in cupa perplessità. Ma ecco, in buon punto, un altro caldo saluto, biascicato fra i pochi denti dal vecchio Mardocheo, sviscerato amico di Clorinda.
      - Collega benemerito, cincischiò il vegliardo, come son lieto di questo incontro! Avevo proprio necessità di sapere in qual modo sono andate le cose.


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





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