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      E Macario non ribatté sillaba.
      - Buon pranzetto ti ho preparato, o sposino, disse lieta la donna.
      - Appetitoso veramente! Ma perché la tovaglia è sconciamente macchiata e i bicchieri e i piatti putiscon di rifrescume?
      - E come potevo, o caro, badare all'apparecchiamento della mensa mentre ero intenta a guardare i fornelli?
      E Macario non ribatté sillaba.
      - Guarda che lucide coppe e che terse porcellane, disse lieta la donna.
      - Lucide e terse davvero! Ma, nella cantina, ho trovato molte bottiglie infrante e una spina aperta in modo da lasciar esangue il barile.
      - E come volevi, o caro, ch'io mi trovassi in cantina mentre sorvegliavo premurosa la rigovernatura?
      E Macario non ribatté sillaba.
      - Osserva con quale garbo è stata ricucita e rattoppata la biancheria, disse lieta la donna.
      - Con garbo, certo. Ma brutali colpi di ferro hanno contaminato e bruciacchiato il candore delle camicie.
      - E come potevo, o caro, vigilare sulla servitù, che stirava, mentre seguivo con meticoloso occhio l'opera delle rammendatrici?
      E Macario non ribatté sillaba.
      - Contempla, o caro, il dolce crocchio di amiche, ch'io seppi qui radunare, disse lieta la donna.
      - Dove hai scovate così laide befane? Non in una casa onorata mi par d'essere, bensì sotto il noce del Sabba! E quale brusìo insopportabile! Che fuoco di fila di chiacchiericci e di pettegolezzi! Perché, poi, sogghignano in codesto modo, guardandomi? Sfacciate! Streghe! Guai a te, se le riceverai ancora una volta!
      - E chi dovrò ricevere, se le mie amiche son queste, e tu mi proibisci gli amici?


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





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