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      E come potrò discernere un nemico, se mai non lo vidi?
      - E tu non altro obolo dovrai darmi, se non l'amore, sussurrava la donna.
      - Peccatrice, dunque, non è costei, concludeva Macario tra sé e sé, poiché la sua anima appare schiva d'ogni volgar mercimonio. E s'ella non pecca, neanche il suo compagno potrà esser tacciato di peccare!
      Buia era la notte; ma non quanto la camera, di cui egli varcò con ginocchia un po' tremanti, la soglia.
      - Dimmi parole tenere e calde, o uomo!, esortò, non più in falsetto, la voce pastosa.
      Macario rabbrividì e, sciogliendo con impeto il dolce nodo, che già lo avvinceva, cercò a tentoni, dietro di sé, la parete, urtò delle dita in una valvola, la fece scattare.
      E vide, in piena luce, una creatura che, tra arrossate palpebre con occhi quasi spenti lo guardava. E il volto della donna sembrava crivellata superficie di luna.
      - Sei, dunque, tu, o Macario!, disse la voce pastosa.
      - Ma che Macario d'Egitto!, urlò il disgraziato martire.
      E svenne.
      Paragone con Gioseffo ebreo
     
      Nella conclusione della Mirabile Vita di Gioseffo ebreo si legge l'origine di questo modo di dire, ormai entrato nell'uso. L'Autore, di fatti, narra di esser stato avvicinato da un uomo, il quale con cortesia gli richiese:
      - Sei dunque tu, Nepomuceno, storico dell'egizia Alessandria?
      - Ma che Alessandria d'Egitto!, rispose l'illustre scrittore. Io sono di Alessandria del Piemonte.
     


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





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