Pagina (11/119)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Come il destino volle, i due giunsero alla suntuosa dimora del proprietario quattrinaio; e il giovane, presentato con molti sperticati elogi dal degno intendente, si ebbe quell'accoglienza che i conigli e le sue fatiche meritavano.
      Trascorso non molto tempo, e avvicinandosi il ferragosto, due superbi tacchini capitarono, non so per qual caso, fra i piedi del nostro giovane, che, subito, generoso com'era, deliberò di offrirli, per la prossima festa, al possidente. Nè egli dovette pentirsi della propria idea, poichè si vide ricevuto con i massimi onori e, in cambio dei due volatili, ottenne d'essere posto a parte di un segreto infallibile per guarire la razza equina, e anche altre, dal più ostinato cimurro.
     
     
     *

     
      Dimenticavo di dirvi che la provvidenza aveva fornito il nostro giovine di un'epidermide bianca al pari del latte e di carni così sode e succose, da sembrare l'ottava meraviglia del mondo. Non c'era fanciulla o donna maritata, in un raggio di parecchi chilometri, la quale non fosse pronta, per meritarsi un suo sorriso, a saccheggiare il frutteto e a vuotare la dispensa del padre o del consorte.
      Un giorno, il giovane, trovandosi nelle terre del ricco amico, vide di lontano costui che s'avanzava a lenti passi, accompagnato dall'unica figlia. Ma, sia perchè non potesse più oltre sopportare l'arsura del solleone, sia anche perchè confidasse di sfuggire, mercè alcuni tisici alberucci, agli sguardi, egli, sbarazzatosi dei pochi abiti, non si peritò di cedere alle lusinghe di un fresco e chiaro fiumicello che lì vicino scorreva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119