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      C'era un'enorme cassaforte, spalancata e piena zeppa di biglietti di banca. Un individuo mingherlino e sparuto sedeva in un angolo e maneggiava i biglietti come se fosser tarocchi.
      - Il mio cassiere. Ma non è ancora scappato!, - sghignazzò il milionario.
      L'uomo dal ticchio sentì un brivido corrergli fra pelle e pelle, e spalancò stupefatto la bocca.
      Mentre si preparava ad uscire, fu richiamato indietro dall'individuo mingherlino.
      - Bel sugo avrei a scappare!, - gli susurrò costui in un orecchio: - ci guadagno di più a restar qui.
     
     
     *

     
      Viaggia e viaggia, l'uomo dal ticchio non sapeva più che cosa fosse il riposo. Vide un debitore singhiozzare ai piedi del creditore, un accattone chieder l'elemosina e fuggir via inseguito dai cani, un lebbroso mostrar le piaghe, un tisico sputar sangue, un moribondo confortare i parenti. Scrollava il capo e borbottava: Piccolezze! Vide una ragazza buttarsi per amore giù da una finestra, un giovinotto sgozzare l'amico per quistioni di giuoco, un padre scacciare la figlia per punto d'onore, una madre piangere sul corpo del figlio perchè era morto. Scrollava il capo e borbottava: Piccolezze! Vide grappoli umani ruinare insieme con le case per un terremoto, paesi e abitanti scomparire travolti dalla fiumana, cittadini cader come mosche per le strade, fulminati dalla peste, gruppi di soldati stramazzar come birilli all'improvviso giunger di un obice. Scrollava il capo e borbottava: Piccolezze.
      Un giorno non si trovò più al dito un anello: e corse a denunciare il furto.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





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