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      E mostrò le mani, come prova.
      - Gli è che, nel caso, avremmo già il ladro sottomano. È uno specialista del genere: e ne conosciamo vita e miracoli. Pazienza! Agguanteremo anche il vostro. Tornate fra un anno.
      L'uomo dal ticchio lasciò trascorrere l'anno, e poi si ripresentò puntualmente.
      - Come vi chiamate?, - domandò il commissario.
      - Se volesse sfogliar le sue carte..., - suggerì l'interrogato.
      - Ma che carte d'Egitto! Bisogna rispondere.
      Lui rispose.
      Sciorinate le generalità, il commissario dichiarò.
      - Abbiamo trovato il ladro.
      L'uomo dal ticchio si scosse tutto e rimase lì, pallido e muto per l'emozione.
      - E l'abbiamo anche impiccato, - aggiunse benignamente il commissario.
      Per istrada, l'uomo dal ticchio mise la mano in una tasca del panciotto: e vi trovò l'anello.
     
     
     *

     
      Viaggia di su, viaggia di giù: l'uomo dal ticchio sembrava proprio un disperato. Si vide brillare davanti agli occhi i tromboni briganteschi, i coltelli della malavita, le zagaglie africane, le mazzuole dei pellirosse, i conti degli osti. Scuoteva il capo e borbottava: Bazzecole! Vide le folle in rivoluzione, gli attentati anarchici, le cariche di cavalleria, gli scioperi generali, le dimostrazioni femministe. Scuoteva il capo e borbottava: Bazzecole! Subì ricatti di fanciulle minorenni, passioni di donne mature, vetrioleggiamenti di sartine, epistolarii di ragazze di famiglia, revolverate di gentildonne. Scuoteva il capo e borbottava: Bazzecole!
      Un giorno, si trovava assieme con una bionda figlia d'Albione.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





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