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      L'indomani, all'alba, il giovane, cerca di qua cerca di là, non riusciva a rintracciare la fanciulla. Esce dal castello, chiede a destra e a sinistra: nessuno sapeva niente di niente. Infine, una vecchietta gli dice;
      - L'ho vista che s'avviava verso i pascoli.
      Il giovane corre, più che correre vola, giunge davanti alla capanna che aveva servito un tempo di nido alla sua benamata. Ed ecco che questa appare sulla soglia, vestita con la semplice pelle di pecora.
      - Un ghiribizzo di bambina, - dice tra vergognosa e ridente.
      Ma, dentro di sè, è molto inquieta. Chi avrebbe mai pensato che quello lì dovesse così presto mettersi in traccia di lei?
      Il giovane, ora, sembra un fuoco pirotecnico. Altro che nausea! La ragazza vorrebbe impedirgli di entrare. Ma se la credesse una prova di poco amore?
      Il silenzio, intorno, è profondo. Solo, di quando in quando, giunge dai prati qualche fievole belato di agnello.
      I due innamorati, più tardi, s'avviarono insieme verso il castello. Ma il padroncino non parlava più di matrimonio.
     
     
     *

     
      Da ciò s'impara che una bella ragazza non deve mai imitar mamma Eva, poichè o non guadagna nulla o perde tutto.
     
      IL PRODE SANTORUCCIO
     
      Un giovane, che cascava sempre dal sonno, vide per caso un grosso ramarro e si fermò a contemplarlo, esclamando di continuo: "Com'è bello!". Ben presto si formò crocchio intorno alla bestiola ed al suo ammiratore; e da ogni lato si udì ripetere la frase: "Com'è bello!". Venne anche una persona autorevole, guardò il ramarro attraverso l'azzurro degli occhiali estivi, poi sentenziò: "È bello davvero!


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





Eva