Pagina (72/119)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Farò il critico solo quando ci sarà da dir male, - dichiarò; - nel resto del tempo comporrò novelle.
      - Ne avete già scritte?, - chiese il direttore.
      - Nemmeno l'ombra, - rispose il giovane. - Ma non importa. Anche gli altri hanno dovuto cominciare.
      E l'imbroccò nel segno. Ormai, aveva la replica per ogni rimbrotto.
      - Questo spunto non è vostro.
      - Ih, quante storie! È il tòno, che fa la musica.
      - Ma, tolto lo spunto, non restano che piagnucolìi sentimentali e descrizioni da seminarista scappato all'aperto!
      - Ih, quante storie! È la mia maniera.
      Messa in tacere la folla, il giovane sonnacchioso deliberò di non protrarre più oltre il proprio ingresso solenne nel mondo letterario.
      - Chi sa con che gioia mi accoglieranno quei poveretti; - pensava. - Non è mica facile poter contemplare un uomo che s'improvvisa novelliere in un battibaleno, mentre gli altri sudano sulle carte e consumano penne a furia di rosicchiarle e sembrano a tavolino tante partorienti! Non c'è da ridire! Son proprio l'unico genio contemporaneo!
      Ma, che è che non è, i colleghi in letteratura, appena lo videro avanzare col suo collo teso e la testa rovesciata all'indietro, scoppiarono in omeriche risa. E peggio fu quando il giovane sonnacchioso, odorato il vento infido, curvò la schiena e diede alle flosce palpebre ampia libertà d'abbassarsi.
      - Sei un buon figliuolo?, - sghignazzavano: - dunque giuocheremo a palla con te.
      Se non se la fosse sgattaiolata lesto lesto, lo avrebbero sgonfiato appuntino.
      Ma si vendicò, oh se si vendicò! Stroncò autori a destra e a manca, da mattina a sera, senza aver riguardi per nessuno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119