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      E siccome era molto ricco, ottenne che anche il secondo matrimonio fosse cassato.
     
     
     *

     
      Trascorso qualche tempo, il buon uomo, non sopportando più oltre la solitudine, si scelse per moglie una zitellona brutta quanto il demonio.
      - Così, - pensava, - non dovrò più temere sorprese.
      La nuova compagna apparve subito migliore delle precedenti, poichè nè metteva mai il piede fuori della soglia di casa, nè mostrava alcun desiderio di ricevere in questa cavalieri o filosofi. Per mesi e mesi il castello sembrò abitato da sordomuti, tali erano il silenzio e la tranquillità che in ogni parte regnavano. Già il buon uomo si rallegrava seco stesso del proprio criterio di scelta e si riprometteva di trascorrere una lunga vita fra la pace e le dolcezze del focolare domestico. Ed ecco, un giorno, capitargli innanzi un garzone di scuderia.
      - Eccellenza, - dice costui, - col vostro beneplacito lascio il servizio.
      - Avete trovato un posto più lucroso, giovanotto?
      - No, Eccellenza. Ma posseggo qualche risparmio, e voglio metter su una cavallerizza.
      Passa poco tempo. Ed ecco che si presenta uno sguattero.
      - Eccellenza, - dice: - col vostro permesso me ne vado.
      - Dove volete recarvi, figliuolo?
      - Ho qualche risparmio, Eccellenza; e voglio aprire una trattoria.
      Passa poco tempo, ed ecco che si fa avanti un paggio.
      - Eccellenza, - dice: - se non avete niente in contrario, piglio il due di coppe.
      - Pigliatevi anche il tre, carino. Ma, scusate la domanda, cosa avete intenzione di fare?


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





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