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      Ahimè! Il pubblico, rifiutando l'onore di pronunciare la suprema sentenza, preferì internarsi nei cinematografi per appagare il proprio imperioso bisogno di poesia e di arte. E i critici, senza alcun rispetto per la formula capo-comicale, dichiararono che la somma, offerta per la rappresentazione d'una commedia, è in ragione inversa del valore di questa.
     
     
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      Disperato e disilluso, il nostro ometto, rinunciando al Mecenatismo attivo, dedicò il proprio gruzzolo alla costruzione di un asilo per ogni genio incompreso. Egli ragionava in questo modo:
      - Poichè non riesco a scoprire, con le mie forze, neppure l'ombra di un giovane autore, attenderò che gli autori stessi si scopran da sè e poi vengano a chiedermi un rifugio per le lor veglie laboriose e i lor precoci dolori.
      Primo a presentarglisi fu un brav'uomo, il quale, avendo rimpannucciato con vesti nuove alcune vecchie teorie metafisiche, si era visto ingiustamente rifiutato il titolo di grande filosofo. Il nostro ometto lo lasciò discorrere, contentandosi d'ammirarne in silenzio il superbo scrollar della testa all'indietro e l'irato inarcar delle sopracciglia e il violento gestir delle braccia; infine, disse:
      - Scusi, non per offenderla, ma il genio, secondo me, non è un semplice travaso di idee. Dunque? Ripassi allorchè avrò fondato un asilo non per i genii incompresi, bensì per quelli troppo compresi.
      Il secondo postulante fu un giovane emaciato e giallognolo, il quale, avendo accomodato con salse nuove alcuni vecchi temi sentimentali, s'era visto ingiustamente rifiutato il titolo di grande scrittore.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





Mecenatismo