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      L'uomo resistè ancora un poco. Ma alle sue risate rispondeva solo l'eco delle pareti e alle sue insistenze per veder la ragazza si opponeva sempre un categorico: Dorme.
     
     
     *

     
      Un mattino, la soglia del palazzo fu varcata da un giovane male in arnese.
      - Dove vai?, - gli domandò il portinaio.
      - Dove voglio, - rispose quello.
      E, cacciato fuori un palmo di lingua, s'arrampicò di corsa su per le scale. In anticamera gli fu ostruito il passo da una vispa servetta.
      - Chi cercate, amico?
      - Cercavo te, - replicò l'intruso.
      E, passatole un braccio intorno ai fianchi, scoccò due bacioni sulle guance fresche e pienotte.
      Il giovane non era bello, ma possedeva due occhi di fuoco e certi gesti ai quali nessuno avrebbe potuto resistere.
      La forosetta rise, gli diede uno schiaffo, ma leggero leggero, e lo lasciò passare.
      Le prime sale erano occupate da domestici, che chiacchieravano fra loro, comodamente seduti o distesi sopra divani.
      Il giovane li redarguì.
      - Occupatevi della pulizia, invece di perdere il tempo.
      Tutti zittirono e, balzati in piedi, corsero ad afferrare chi una scopa e chi uno strofinaccio. Lavoravano con tanto ardore, che ben presto scomparvero entro nembi di polvere.
      Il giovane, proseguendo di stanza in stanza, diede infine del naso contro una vecchia governante.
      - Ohè! Ohè!, - l'interpellò questa; - perchè correte con tanta furia?
      - Non ci badate. È una mia abitudine. Pensate piuttosto ai vostri amorosi, chè, simpatica come siete, dovete averne a dozzine.
      La vecchia agitò il collo come un passerotto in mezzo alle fronde.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





Dorme