Pagina (14/58)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sì, veramente: l'eterna questione eternamente affiora. Oggi, come ieri. Anche oggi, Edgar Poe, rinascendo, salirebbe lo stesso calvario: e le rassegne dell'un mondo e dell'altro continuerebbero ad accogliere i suoi lavori come un dabben uomo accoglie un pugno in un occhio. Bisogna ubbidire alla moda, han sempre detto e diranno sempre le rassegne, adattarsi alle consuetudini e, sovra tutto, non sventolar mai, innanzi all'ombroso lettore, il fazzoletto rosso del genio. Sistema comodissimo per chi, senza ingegno nè arte, maneggi la penna del letterato come taglierebbe stoffe nelle botteghe o peserebbe il chinino con le bilance esatte delle farmacie. E comodissimo, anche, per i direttori di rassegne e per gli editori, i quali, seguendolo, non devono lambiccarsi il cerebro per giudicare sul merito di una novella o di un libro, ma possono sparagnar tempo e fatica annusando semplicemente la merce e poi, se essa odori di letteratura di moda, gettandola, senz'altra formalità, nella macchina distributrice non di godimenti estetici, bensì di salsicce e salami.
      Com'è buffa, sempre, la moda! Quella odierna, per esempio, ricorda La bottega da caffè di Goldoni. Non è, il pubblico, un don Marzio seduto innanzi al piccolo caffè veneziano? I suoi sguardi si sollevano fino agli sporgenti tetti delle case, ma ignorano quel che c'è al di sopra: il cielo. Il suo pensiero sfarfalleggia attorno agli omettini e alle donnette, che trotterellan per la strada o s'affacciano alle finestre, ma diverrebbe irto come un porco-spino se udisse qualcuno affermare che quei fantoccetti, vestiti da maschi o da femmine, son pieni solo di crusca e, a pungerli, si svuotano in un batter di ciglia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore
1924 pagine 58

   





Edgar Poe Goldoni Marzio