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      L'uragano s'è dileguato. Che ampio respiro, nei polmoni del cielo! E con quale spasimo voluttuoso i rami degli alberi e le erbe e le zolle placan l'interna arsura imbevendosi a poco a poco di fresche gocce di pioggia! Anche il viandante prova la dolcezza di quel refrigerio. Non è, egli, una piccola parte del vasto mondo? E le sue carni inaridite non hanno bisogno, per rivivere al pari delle piante e delle zolle e dell'erbe, di un lavacro che le disseti e deterga gli occhi dall'ombre della paura e plachi i nervi, tesi dall'incubo? Troppo profonda è, tuttavia, la dolcezza, e troppo intenso è lo spasimo voluttuoso. L'uomo sente che ogni cosa, lì intorno, rinasce: e gli par d'essere il terriccio e lo sterpo che, dopo aver provato il tormento plumbeo della sterilità, si abbandonano, ora, alla gioia di rivivere.
      Troppa gioia! Troppo spasimo! Chi, nelle lande arsicce dello scetticismo, riceva il possente lavacro della lirica, non può dar sfocio allo spasimo e alla gioia se non con una delirante risata. La stessa risata, che stride sulle labbra di Hop-Frog, mentre la sua fiaccola folle brucia e ravvisa il plumbeo monarca.
     
     
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      La fiaccola folle non cadde, a spengersi sopra il freddo suolo, ma fu raccolta da un altro scrittore: Villiers de l'Isle-Adam. E l'opera dell'umorista francese completa quella dell'umorista americano, come la vita dell'uno illumina ancor più la vita dell'altro. "Endurer pour durer", fu il motto di Villiers e il simbolo del suo martirio.


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Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore
1924 pagine 58

   





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