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      Lirico puro, Baudelaire non conobbe i tragici squassi di Poe e di Villiers de l'Isle-Adam, nè potè trarre dai tempi rinnovati l'ampia satira della Discussione con una mummia o di Tribolato Bonomo. Ma le armoniose corde della sua arte, percosse dagli uragani sessuali, donarono agli uomini la più ricca e più straziante sinfonia dell'amore.
      Oh, badiamo! Il blando amore-capriccio, infiorato di sorrisi, e il brusco amore-passione, imbevuto di lagrime, non hanno nulla in comune con l'amore nostalgico, che impregna di sè l'opera baudelairiana. Il poeta della sensibilità soffre non per la donna in genere nè per una donna ben determinata, ma perchè sa che l'ideale femminile è irrevocabilmente condannato ad infrangersi contro gli scogli della femminile realtà. Per questo, e soltanto per questo, egli chiede alle creature più lascive di elargirgli, tra le fantasmagorie e i sussulti tetanici del sensuale delirio, i sogni oppiati dell'illusione. Per questo, e soltanto per questo, il poeta, attingendo nella carnale realtà un lenimento per il suo idealismo incurabile, accoglie come supreme dispensatrici di gioia la vagabonda rossigna e l'ebrea prostituta e Giovanna Duval, insaziata e insaziabil regina di lussuria, e oppone un nauseato disdegno all'amore normale, offerto da Aglae Sabatier, la bellissima.
      Pellegrino cupo e solitario, frammisto all'onda della folla irrequieta
      , Carlo Baudelaire, pur barcollando sotto la croce dell'umano dolore, ha pronunciata, per i suoi fratelli spersi nel tempo e nello spazio, la parola divina e rincuoratrice: "Le cose terrene esistono appena: la vera realtà è soltanto nei sogni".


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Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore
1924 pagine 58

   





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