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      Storno non se lo fece ripetere. Uscì, per tornare dopo due minuti con tre pagnotte sotto il braccio. La divisione non era difficile. Il Pinzi, malgrado le dichiarazioni di poco prima, si pose a sedere sovra un pagliericcio, che gli serviva da letto e che occupava, disteso per terra, un angolo della camera, e cominciò ad addentare il pane, che, dichiarò solennemente, gli poteva servire benissimo da antipasto e da vermouth.
      Mentre mangiavano tutti e tre, Storno, fra un boccone e l'altro, raccontò all'amico le avventure della notte e l'adozione della signorina Scarpette. Il Pinzi approvava con la testa le parole del vecchio. Quando costui ebbe finito di parlare, quel bizzarro individuo si alzò, esclamando:
      — Che cosa sono i piaceri carnali accanto a questi, che si offrono reciprocamente due creature sulla terra? La felicità, spesso, si lascia afferrare da un pazzo o da un ubbriaco. Un po' di vino può cambiare due esistenze e far battere giocondamente due cuori. Benedetto il vino, che ha già prodotti molti miracoli e primo fra tutti questo, che si svolge sotto i miei occhi. Figliuoli, io berrò tre bicchieri di Champagne, quest'oggi, alla vostra salute.
      Detto questo, si ficcò in testa con un rapido movimento un cappellaccio di feltro, unto ed a larghe tese, ed uscì, non senza essersi messo prima, sotto il braccio, un fascio abbondante di giornali.
      Con poche parole Storno spiegò alla figlia adottiva gli usi e le stranezze del suo compagno d'alloggio. Costui era un pazzo innocuo, il cui mestiere consisteva nel vagabondare di continuo, specialmente la notte, per Galleria Mazzini e pei portici, formandosi intorno un crocchio di uditori e predicando le proprie idee strampalate.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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