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      Giorgio Perroni, poi, ch'era il più buon figliuolo di questo mondo, sapeva, però, intavolare le più strampalate discussioni, che il suo cervello fertile gli permetteva di sostenere fra l'ammirazione universale. Inoltre egli era il re dei mistificatori; i suoi scherzi venivano raccontati tra amici come cose favolose. Uno vogliamo ricordarne, fra tutti, per dare un'idea dell'individuo.
      Un giorno, osservata una signora che, innanzi ad una chiesa, attendeva dando segni di impazienza e di curiosità, col suo fiuto di cane in cerca di avventura subodorò subito l'occasione per qualche suo scherzo. Si trattava, infatti, di un convegno amoroso, in cui l'adulterio aveva buon gioco. L'amante, giunto un po' in ritardo, avvicinò la signora, scambiò con essa qualche parola, poi si allontanò.
      La donna s'avviò lentamente su per via Balbi, seguita a una certa distanza dal proprio corteggiatore e a una distanza maggiore da Giorgio Perroni. Giunta in cima alla strada, entrò risoluta in una pasticceria, mentre l'amante si fermava ad attenderla dietro l'angolo di un palazzo.
      Il Perroni, soddisfatto delle proprie osservazioni, entrò anch'esso nella pasticcieria, e, avvicinata rapidamente la signora, le mormorò all'orecchio: Badi, è sorvegliata! poi uscì tranquillo e sicuro del fatto suo, mentre quella rimaneva allibita dallo spavento. Rimessasi un poco, la donna uscì in fretta dal negozio e scantonò da un'altra parte, quasi di corsa, senza volgersi indietro.
      Un quarto d'ora dopo il Perroni vide il giovanotto, che, in preda alla più grande inquietudine, non osava muoversi dal posto suo di prima, dietro l'angolo del palazzo, e malediceva il destino, chiedendosi inutilmente la causa del lungo ritardo della sua amante.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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