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      Sulla tempia destra si era formato un gruzzolo di sangue intorno a un buco nero e profondo, largo come una moneta da due centesimi.
      La bimba cacciò un grido disperato e tentò di gettarsi su quel corpo inerte, ma venne subito trasportata a forza fuori da quella camera. La morte del babbo la lasciò immersa in una profonda tristezza, che non riuscivano a dissipare le carezze della madre, divenuta a un tratto con lei tenera ed espansiva. Dopo un mese le sale dell'appartamento, che si erano sfollate, cominciarono a ripopolarsi. Ma ora veniva gente ben diversa da quella, che era solita frequentar prima la casa.
      Molte donne imbellettate e riccamente vestite, giovanotti eleganti e vecchi carichi di oro e di anelli preziosi costituivano il nuovo ambiente. Non più discorsi rumorosi d'affari, ma un chiacchierio sommesso, ove il giuoco e le donne avevano il primo posto, suonava fra quelle pareti.
      La signora Sofia, tale era il nome della madre di Augusta, era sempre circondata da un gruppo di uomini avanzati in età e di giovanotti brillanti, alcuni dei quali si fermavano sino a tarda ora in un crocchio di intimi. Un mattino, lasciata per un istante senza sorveglianza, Augusta potè scivolare nella camera della madre, che dormiva ancora. Al suo fianco la bimba scorse il volto, addormentato anche esso, di un vecchio.
      Si pose a urlare, scuotendo la madre per un braccio: Mamma, chi è quell'uomo? Mamma, chi è quell'uomo?
      La donna e il vecchio, destati di soprassalto, tentarono di calmarla con le carezze, anzi costui, fattala salire sul letto, cominciò a scorrerle sui capelli e sul corpo una mano con un gesto lento e lubrico.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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