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      Ma la madre la strappò subito dalle sue braccia e posatala sul pavimento e alzatasi anch'essa la riaccompagnò in camera, ove, con promesse e baci e buone parole, riuscì a dissiparne l'inquietudine e la gelosia fanciullesca.
      Più tardi Augusta seppe che il babbo si era ucciso in un momento di angoscia, causatagli dalla mala condotta della moglie e che la madre, poco dopo la sua morte, si era decisa a prostituire il proprio corpo per poter conservare il lusso, del quale l'avea circondata il marito.
      Augusta aveva già raggiunti i dodici anni, nè alcun cambiamento era sorto nel modo di vivere suo e della signora Sofia. Soltanto, la fanciulla cominciava a darsi ragione delle azioni degli altri e ad osservare con interesse, misto a paura, quella strana società, che la madre accoglieva nei suoi saloni. Eran tutti tipi di giuocatori e di alte prostitute, quelli irrequieti e come divorati da una febbre interna continua, queste gentili e piene di seduzioni e di scaltrezza.
      L'oro affluiva in quelle sale e passava da una tasca all'altra con la spaventosa facilità, che motiva l'abbondanza di esso e la sua conquista, basata sull'azzardo. Di tutti gli antichi frequentatori uno solo era rimasto, un sarto, già impiegato nello stabilimento del negoziante inglese. Costui aveva un muso grottesco da faina con gli occhietti piccoli e scintillanti, gli zigomi e il mento sporgenti, le guance incavate in grandi buchi, che sembrava si toccassero internamente. Muoveva a scatti il corpo lungo e magro, gestiva di continuo e parlava con una voce stridula e sgradevole, piena di inflessioni bizzarre e di sonorità misteriose.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Augusta Sofia