Pagina (89/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La scaltra mezzana non osò opporsi all'uscita della sua pensionata da casa sua, poichè la sapeva edotta in certi segreti di alcova, che avrebbero potuto perderla agli occhi della polizia.
      L'unico dolore, che provò Augusta nel lasciare quel posto di prostituzione, lo dovette alla sua amicizia per Bettina. Le due compagne piansero insieme prima di separarsi, promettendosi reciprocamente di rivedersi nell'avvenire.
     
      XV
     
      Le risorse del palcoscenico
     
      Il giovanotto spagnuolo si chiamava Enrico Verdugos; possedeva molti quattrini e molta volontà di spenderli. Era un tipo bizzarro, un po' maniaco, appassionato per la musica leggiera e per i cafè-concerto. Un giorno, nel sentir canterellare Augusta, credette di scoprire in lei una vocazione. Senza por tempo in mezzo chiamò maestri di pianoforte e di canto, che insegnassero alla ragazza i rudimenti dell'arte. Augusta possedeva orecchio fine e molta grazia di modulazione nella voce. Però scorsero tre anni prima ch'essa potesse sentirsi abbastanza sicura di sè, tre anni, durante i quali trascorse una vita tranquilla e relativamente felice in compagnia del suo amante.
      Usciva di rado e vedeva poche persone. Non aveva osato mai confessare al Verdugos il suo passato nè la speranza di poter rivedere sua figlia, poichè conosceva il temperamento pazzesco di quell'uomo e temeva di esporsi, con qualche imprudenza, a una sconfitta.
      Del Cerruti, nel frattempo, ricevette notizie vaghe; alcuni lo credevano partito da Genova, altri assicuravano di averlo visto in Borsa, sempre affaccendato nei suoi soliti intrighi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Augusta Bettina Enrico Verdugos Augusta Verdugos Cerruti Genova Borsa Augusta