Pagina (96/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Talvolta, lasciava che i suoi occhi si affondassero in quelli imperiosi dell'agente teatrale, subendone la prepotente dominazione. Quanto alla proposta del ricco adoratore, il quale era un armatore americano, essa lo ascoltava sorridendo, per ripensarvi, poi, in letto, con una specie di avidità e di compiacenza.
      La sua nuova scrittura era già stata firmata da tre giorni. Alla sera del terzo giorno Augusta tornò al suo appartamento, lasciandosi accompagnare, com'era solita, dal Bruni. In casa trovò la cameriera, che le consegnò silenziosamente un biglietto. Lo lesse al lume di una candela.
      Conteneva poche righe, così concepite:
      «Cara Augusta, perdonami. Devo abbandonarti. Parto con Bettina, che mi prega di chiederti anche per lei il tuo perdono. I tre anni, trascorsi insieme con te, rimarranno sempre cari alla mia memoria. Ti conosco buona ed assennata e so che ti renderai ragione del mio distacco. Sono anche tranquillo per il tuo avvenire, poichè prevedo per te i più lauti guadagni. Ad ogni modo, ti lascio una somma, che ti servirà per aiutarti nei primi tempi. Perdonami e credimi sempre il tuo Enrico Verdugos».
      Il colpo era atroce. Ma Augusta lo sopportò con bastante filosofia.
      Ebbe un primo movimento di dispetto, più verso l'amica che verso l'amante; poi si mise il cuore in pace. D'altronde, aveva la sua vendetta sottomano. Il domani si concesse a Carlo Bruni.
      Sin dalla prima sera il Bruni cominciò a scandagliare l'animo di Augusta e a predisporla con parole accorte a qualche transizione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Augusta Bruni Augusta Bettina Enrico Verdugos Augusta Carlo Bruni Bruni Augusta