Pagina (100/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Dopo qualche mese di simile vita la polizia liberò Augusta dalla tirannia del Bruni, arrestato per truffa. Anzichè rallegrarsi dell'avvenimento la signorina Scarpette pianse la perdita di un uomo, che verso di lei aveva sempre usata la brutalità e la prepotenza. Ormai, la via le era segnata. Essa non aveva più amici, non conosceva più alcuno, che volesse aiutarla. Come vivere? Soltanto la prostituzione del marciapiede poteva salvarla. Ed essa vi si diede completamente, chiudendo gli occhi sulla sua ignominia, dimenticando, nello spreco continuo delle sue forze, di aver posseduta un'educazione e un'intelligenza. Non pensava più neanche a sua figlia, o, se vi pensava un istante, sfuggiva subito la seduzione dell'intenerimento. Aveva forse tempo di piangere o di sperare?
      A poco a poco, essa passò di miseria in miseria, battè le strade più ricche, poi si limitò a quelle popolari, infine si ridusse alle meno frequentate e più sudicie. Cambiò abitazione più di cento volte, facendo tappe più o meno brevi in via Palestro, in via Goito, in via Ugo Foscolo, in via San Vincenzo, in salita Piccapietra, per terminare infine in una specie di canile in vico Campo Pisano.
      In nove anni di vita randagia provò ogni dolore. A volta a volta mantenuta, prostituta di strada, in caccia continuamente di uomini e di denari essa passò dalle braccia di un avventore a quelle di un altro, indifferente e rassegnata. Il mestiere le si era infiltrato nelle carni, l'aveva tutta assorbita. Tuttavia, cercava una consolazione, ancor più orribile della sua miseria, con amanti di un mese o di un anno, che, in generale, la battevano e le mangiavano il denaro guadagnato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Augusta Bruni Scarpette Palestro Goito Ugo Foscolo San Vincenzo Piccapietra Campo Pisano