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      Quel giovanotto faceto ed istruito la interessava; ne sentiva la enorme superiorità e provava il vago desiderio di strisciare ai suoi piedi. La forza, sia materiale che di pensiero, s'imponeva come una legge inevitabile alla povera ragazza.
      Il Perroni le narrò brevemente l'aneddoto, al quale aveva alluso. Nove anni prima, un giorno, egli si trovava al San Martino, mentre la signorina Scarpette provava le sue canzoni. Terminata la prova, la ragazza era andata a sedersi a un tavolo vicino, occupato da tre giovanotti robusti, di aspetto piuttosto volgare. Uno dei tre cominciò a burlare la signorina Scarpette, che, adiratasi, gli rispose con lo stesso tono. Di parola in parola, il giovanotto finì con l'alzare il pugno sul viso della cantante. Ma non ebbe tempo di dare il colpo. Uno chop di birra venne a percuotergli la fronte violentemente, facendolo sanguinare e stordendolo sotto l'urto.
      L'aveva lanciato con tutta la sua forza il Perroni, stanco di veder maltrattata una donna da quel brutale. La sera stessa la signorina Scarpette era venuta a porsi vicino a lui, invitandolo coi gesti e con l'inflessione della voce ad essere ardito. Ma il Perroni non volle cedere alle seduzioni della ragazza, temendo che essa sospettasse in lui un qualsiasi sentimento interessato e uno sfruttamento della sua gratitudine.
      La signorina Scarpette ricordava, ora, l'episodio e aggiungeva qualche incidente, ridendo e battendo le mani sulle spalle del Perroni. Finì col dirgli:
      — Sapete ch'io vi avrei amato furiosamente, se voi aveste voluto?


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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