Pagina (113/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Non così Genova misteriosa. Per quest'ultima la prostituzione, i giuochi di borsa, gli intrighi sono acqua di rose. Essa ha il volto sorridente di esperta matrona e le mammelle avvizzite, bacia e morde ad un tempo ed ove credi non esista ti si scopre ad un tratto come un orribile spauracchio da una scatola a sorprese.
      Per conoscerla occorre essere una canaglia o assumerne l'aspetto. Neanche la polizia può sorprenderla, tanto essa è attenta e ricca di precauzioni e di strattagemmi.
      Non basta esser viziosi e corrotti per penetrare nei santuari del mistero; occorre avere un'anima agguerrita ad ogni genere di perversioni e di infamie ed un viso pronto ad assumere i più disparati aspetti, da quello bonario del passante occupato, in apparenza, a osservare le insegne delle botteghe, a quello infiammato e contratto del libertino, che vede in giuoco i più spaventosi titillamenti dei sensi.
      Ad onore di Genova, dobbiamo dire che l'elemento preponderante, in queste moderne congreghe di diavoli e di streghe, è forestiere. I marinai, ufficiali o subalterni, presentano il maggior contingente, e sono inglesi, o americani, o tedeschi. Qualche spagnuolo di passaggio, qualche libertino genovese travestito, qualche uomo del popolo e poi un certo numero di donnacce di ogni paese d'Italia completano la serie di quelli, che chiameremo parte attiva negli orribili divertimenti. Quanto alla parte passiva.... ma di questa riparleremo a nostro agio nel corso del romanzo.
      Ci si dirà: ma dove posson celarsi tanti misteri in una città, che non possiede neanche trecentomila abitanti e che è conosciuta, si può dire, palmo per palmo dalla polizia?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Genova Genova Italia