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      La sua voce, trascinata e melliflua, la sua fisionomia addormentata, la sua carnagione stessa, e l'untuosità grassoccia del suo corpo rivelavano un uomo, pel quale tutto è indifferente nel mondo, tranne la propria esistenza. Gli occhi grigi e tranquilli del disegnatore non si staccavano, mentre egli parlava, da quelli di Augusta e sembrava emanassero come un fluido felino, che assorbiva l'anima e annichiliva i sensi della donna. Il Trincia non era cattivo, ma desiderava troppo i godimenti per sè e quella facile fama di conquistatore di prostitute, per poter pensare all'inopportunità della sua seduzione.
      Alle frutta, Augusta gli aveva concesso un bacio, connivente Giorgio, che fingeva di riderne, e gli aveva abbandonato un piedino, cincischiando:
      — Siete molto simpatico, sapete?
      Andarono tutti e tre a girare per Circonvallazione a Monte, ridiscesero da via Caffaro, poi si recarono al caffè della Posta, in via Carlo Felice.
      Giorgio doveva trovarsi per le ore ventidue nella redazione del giornale, ove egli lavorava. Avrebbe voluto fermarsi ma temette di divenire ridicolo. Perciò, si accomiatò, sorridendo e affidando Augusta all'amico. Costei aveva tentato di trattenerlo; poi ad un tratto, si era rinchiusa in un mutismo nervoso.
      Quando Giorgio le stese la mano, essa la strinse come in una morsa, poi l'avvicinò rapidamente alla bocca e vi impresse i suoi dentini. Giorgio rise e si liberò dalla stretta ed uscì.
      Quella notte Augusta non tornò a casa. Il domani Giorgio ricevette un biglietto, ove la donna avea scritto:


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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