Pagina (157/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ricordo ancora, come se l'avessi innanzi agli occhi, la spaventosa scena, che seguì il mio entrare in quell'appartamento. La Storno mi chiese subito:
      — Che vuole lei a quest'ora? E perchè invia il suo amico a pregarmi? Lo sa ch'io non potrò mai accondiscendere al suo pazzo amore.
      Il Cerruti ebbe un ghigno. Io rimasi impassibile, poichè ero deciso a tutto e, d'altra parte, speravo in una debole resistenza.
      — Senti, le dissi, tenendola stretta per un braccio; io ti voglio possedere. Ormai, ho pazientato troppo. Questa notte, mentre tuo marito si ubbriaca, devi essere mia.
      La donna rise e tentò di svincolarsi. Ma io resistetti alle sue scosse e la obbligai a rovesciarsi sul letto. Essa cacciò un urlo, che il Cerruti fu presto a troncarle, cingendole con un fazzoletto, la bocca. In quel momento terribile dovevamo sembrare due demonii intorno a quella povera creatura. Era diventata bianca come cera, stralunava gli occhi ed aveva il corpo scosso da tremiti. La possedetti brutalmente, come un dannato, con l'aiuto del Cerruti che la teneva ferma.
      È orribile! Orribile!
      Quand'ebbi finito, mi rivolsi al mio compagno. La Storno, pur sotto le mie braccia continuava a dibattersi. Il Cerruti, con la sua voce tranquilla, mi interrogò:
      — Che vuoi fare? Questa donna, domani, ci denuncierà entrambi. È una strega. Non avrei mai supposta tanta testardaggine!
      Chinai il capo impressionato. Il Cerruti continuò:
      — Vuoi andare in galera? Non sarebbe una bella fine per un giovanotto, e poi quel musetto lì non ne varrebbe la pena.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Storno Cerruti Cerruti Cerruti Storno Cerruti Cerruti