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      Troppo abbiamo tollerato che gli impuri uomini si compiacessero nelle opere della carne e che prolungassero lo scherzo, che noi facemmo creando il primo uomo, col popolare il mondo di esseri deformi e di creature manchevoli. Olà, la mia pipa!
      Un uomo magro e lungo, con un volto giallognolo da anacoreta, si avanzò umilmente e posto a fianco del vecchio, che lo accolse con aria paterna. Egli era, o almeno si credeva una pipa e si dichiarava felice quando qualche benigno amico esprimeva il desiderio di utilizzarlo nelle sue naturali funzioni. Il bizzarro presidente continuò il suo discorso:
      — Tra una pipata e l'altra, annoiati all'ozio continuo, che ci procacciava la nostra alta nascita, noi abbiamo formato un uomo con la creta. Speravamo ch'egli si divertisse; ma, vistolo abbandonarsi, come noi, a un'indolenza infeconda, gli abbiamo assegnata una consorte, che gli occupasse le ore con le sue chiacchiere e con la sua lussuria.
      Ma che accadde? I figli gemelli della prima coppia, appena giunti alla luce, cominciarono a guardarsi con occhio torvo, nè si contentarono dei beni, che la natura concedeva loro naturalmente, ma vollero appropriarsi quelli dei fratelli e stendere le mani omicide e sacrileghe sulle stesse persone, che avrebbero dovuto rispettare.
      Ormai, la sfrenata violenza e l'astuzia ancor più torbida regnano sulla terra. Non l'onore delle fanciulle, non i vincoli del sangue, non i legami della tenerezza possono ostacolare lo sfogo delle più impure passioni. Basta, basta, per il nostro santo nome; o saremo costretti a bestemmiare come il nostro nemico Lucifero!


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Lucifero