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      Non credevo all'amore di quei due: pensavo piuttosto che avessero stretta una specie di associazione per qualche scopo tenebroso, che mi sfuggiva. Decisi di sorvegliarli e di intromettermi secondo la necessità.
      Le mie inquietudini crescevano sempre. Essi sfuggivano al mio controllo, nè lasciavano trasparire i loro pensieri.
      Volli tentare un colpo audace. Una notte riuscii a nascondermi in camera di Sofia. Ero da pochi minuti nel mio posto di osservazione, allorchè vidi entrare quella coppia diabolica. Ridevano entrambi. Sofia disse:
      — Tienti pronto! È per domani!
      — Sei un tesoro, le rispose il Cerruti; hai una presenza di spirito meravigliosa! Oh, ti ho subito indovinata! Se non fosse stato stato per quell'idiota di Gianni, da un pezzo avremmo finito l'affare:
      — Ricordati bene, lo interruppe la donna. Domani sera parlerò di un capriccio e mi farò condurre a passeggio fuori di città dal vecchione. So che porta sempre indosso molti denari, per precauzione!
      Il Cerruti si pose a ridere.
      — Stai zitto!, continuò la donna. Ci avvieremo per la strada provinciale, poi svolteremo nel viale, che guida alla villa Sarchio. Ricordati bene! Tu nasconditi lì, non c'è mai nessuno e poi le siepi ti daranno agio di osservarci senza timore. Quando ci vedrai vicini, balza fuori e mettigli un fazzoletto intorno alla bocca. Al resto, penserò io.
      Ne sapevo quanto bastava. Un delitto spaventoso stava per venire commesso da quei due. Della vittima poco mi sarebbe importato. Ma sapevo che, cominciata la serie, quei birbanti non si sarebbero fermati tanto presto!


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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