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      M'incarico di mantenervi.
      — Sì, sì, dici bene, ti seguirò, singhiozzò Sofia.
      — Ma bada che devi dare un addio per sempre alle feste e scontare il tuo delitto con la solitudine.
      La donna era diventata pieghevole e mansueta. Mi obbedì in tutto e si affrettò a svegliare Augusta. Non volli mostrarmi in loro compagnia e le attesi alla stazione, dopo aver telegrafato a un mio affittavolo di Ruta, ove possedevo una casa di campagna, affinché preparasse immediatamente l'alloggio. Lasciai partir sole le due donne e le raggiunsi in seguito, nella campagna, che avevo loro offerta come rifugio.
      Che vi dirò dei tre anni, che passai a fianco della mia cara Augustina in quei bellissimi paesi? Furono tre anni di felicità continua, nei quali mi sforzai d'insegnare alla bimba quel poco che sapevo, e di formarne il cuore e l'intelligenza. Credevo di aver raggiunto il mio sogno e di esser riuscito a disarmare il destino. Ma il risveglio fu ben crudele! Avevo lasciate le donne da un mese e mi ero recato a Genova, ove contavo stabilirmi con Augusta per tenerle luogo di padre e cercarle uno sposo conveniente alla sua anima gentile. Un giorno, ricevetti un telegramma, che mi annunziava la improvvisa morte della fanciulla. Fu uno strazio spaventoso. Urlai, piansi e temetti di impazzire di nuovo. Tornai come un fulmine a Ruta e là seppi dello spaventoso accidente e della presenza del Cerruti.
      Volevo strozzare Sofia, poichè la credevo complice del delitto. Pensavo che il Cerruti stesso avesse uccisa la ragazza.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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