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      Le adolescenti corrotte sono infinite. Ovunque se ne possono trovare, prematuramente guastate dalla libidine dei vecchi e dall'interesse delle mezzane. Sorprendere un'innocenza è ben facile impresa! Chi può accusare, come ottenere le prove di simili delitti, che restano quasi tutti impuniti poichè le vittime non sanno rendersi ragione di ciò che è avvenuto? In tal modo, i corpicini appassiscono, i visi si allungano e assumono il pallore del vizio, i piccoli cervelli cominciano assai presto a soffrire le orribili torture della vita. Come incolpare quelle creature avvizzite anzi tempo se, in seguito, la lussuria le trascina agli ultimi gradini della società?
      Non è retorica, la nostra. Non c'è salotto, non c'è casa, ove non si commetta qualche attentato all'infanzia.
      Nell'ombra accadono i mostruosi connubi, che al sole scompaiono come nebbia. Un'inchiesta intelligente e rigorosa darebbe risultati spaventevoli.
      Ma torniamo alla nostra danzatrice. Le avevano martoriata l'infanzia, sciupata l'adolescenza.
      Ora, essa riposava, affidata alle cure di una cameriera silenziosa. Da tre giorni si trovava chiusa in quel giardino e in quella villetta, ove l'aveva condotta il Rossino, di notte, in una vettura.
      Perchè? Che cosa si voleva da lei? E la scena violenta di quella donna e di quell'uomo, nella taverna? La fanciulla ci ripensava e provava una tenerezza paurosa per quella creatura magra e pallida, che l'aveva sempre colmata di carezze e che gli altri chiamavano la signorina Scarpette! Come avrebbe vissuto volentieri con lei!


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Rossino Scarpette