Pagina (222/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Malgrado l'apparenza fredda e le poche parole della cameriera, essa indovinava un cuore caldo e sincero sotto l'involucro artificioso.
      Talvolta, arrischiava qualche sorriso o qualche frase famigliare. Ma la donna, intimorita dalla sua stessa audacia, certa di andar contro la volontà del Cerruti, si arretrava e si racchiudeva di nuovo nel suo mutismo.
      Quella sera Rosa Moddi e la fanciulla cenavano tranquillamente, allorchè udirono squillare tre volte il campanello di casa. La cameriera divenne pallida e si alzò, mormorando:
      — Vergine Santa! È il padrone!
      Poi data un'occhiata compassionevole a Bisca, si avviò frettolosa ad aprire. Dopo un minuto rientrò in sala con Dario Cerruti. Costui era allegro e si stropicciava le mani.
      La fanciulla appena vistolo, sentì un brivido di paura scorrerle pel piccolo corpo. Tremava e non sapeva perchè. Quell'uomo in quel momento, le sembrava giunto da molto lontano a portarle la sentenza di morte. Tuttavia si vinse, si alzò e abbozzò un inchino verso colui, che si era avvezzata nella taverna a considerare come un padrone.
      — Siedi, siedi, Bisca, borbottò il Cerruti. E anche tu siedi, Rosellina. Ho fame anch'io e vi terrò compagnia.
      La cena terminò in silenzio. Quei tre esseri si studiavano reciprocamente, ma con animo ben diverso.
      Bisca aveva paura, Rosa sentiva nascere in sè un primo stimolo di ribellione e di nausea; quanto al Cerruti, egli pensava un piano di battaglia e meditava ad un punto di conquistare la propria sicurezza e il corpo della fanciulla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Cerruti Rosa Moddi Santa Bisca Dario Cerruti Bisca Cerruti Rosellina Rosa Cerruti