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      VII
     
      La bava del ragno
     
      Scorse ancora un mese senza variare di molto la posizione reciproca dei nostri personaggi. Soltanto, i sentimenti di ciascuno si erano maggiormente polarizzati, cristallizzandosi intorno a quel primo nocciolo o germe, al quale già accennammo. Infatti, Anna Vincigli si era sempre più stretta in amicizia con la piccola Bisca, ch'essa riguardava ormai come una sorella minore, alla quale era necessaria una protezione e un aiuto. E solo per la fanciulla essa aveva rinviata di giorno in giorno la sua partenza da quella casa, temendo le rappresaglie del Cerruti, malgrado che questi continuasse a trattare Bisca con molta bontà e una gentilezza, che avrebbe conquistato un animo ben più restio di quello della ragazza. Appunto questo era il pericolo, che Anna maggiormente paventava. Malgrado le sue parole ostili al Cerruti, essa si era accorta che Bisca nutriva già per costui una certa affezione. A volte, s'intravedeva qualcosa di più profondo. Se Anna tentava di dirle:
      — Ma, Bisca, ricordati come ti ha trattata quell'uomo nei primi tempi!
      La fanciulla rispondeva ingenuamente:
      — Chi sa! Voleva, forse, provarmi.
      Quella fiducia spaventava Anna, che indovinava facilmente qual uso ne farebbe, in seguito, il Cerruti. Più volte le venne in mente di narrare a Bisca la vita tenebrosa di quel mostro e i suoi delitti e i suoi raggiri diabolici. Ma la trattenne sempre il pensiero che nessuna prova materiale poteva addursi e che la ragazza avrebbe potuto rispondere:
      — Storie! Chiacchiere dei disoccupati!


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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