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      Troppo tardi!
      Ma tu, che sei donna di aspetto, ma uomo per risolutezza ed ingegno, ascolta quanto la mia anima malata di veggente e poeta ha letto nel fato per te. Eri un'ambiziosa ed un'energica: sii un'umile e una cortese alleata. Non tentare il gesto, che uccide; prova, invece, il discorso, che salva. Io sono sempre stato un individualista feroce; pure, ti dico: Non sprecare i doni, di cui natura ti ha fatta ricca, non volgere al male la bontà, all'anarchia la forza, all'orgoglio l'ingegno. Sii forte con i forti, debole con i deboli. Anna per essere amata sappi comprendere le sventure come le felicità della vita.
      Il tuo avvenire è nettamente segnato ai miei occhi: un avvenire di luce e di gioia, se vorrai rinnegare il passato ed essere buona. Interroga il cuore del popolo, dei deboli, degli oppressi. Studia fibra per fibra l'animo degli umili, e poi, rinnovellata e grandiosa, poniti a capo di chi maledice per guidarlo, di chi prega per sollevarlo, di chi sonnecchia per scuoterlo.
      E prima fra le tue protette sia Bisca, quella povera creaturina, ch'io amavo come un padre e nella quale vedevo raffigurata tutta la grazia debole della donna.
      Addio, Anna, sii forte e buona, il tuo poeta, che muore».
     
      Anna terminò di leggere, sospirando. Essa provava una pena ed insieme una gioia schietta. La figura del Bonci le si era drizzata innanzi, nobile e generosa. Quell'uomo si era rivelato dopo morto. Le avesse parlato a tempo, sarebbe stato felice. Ma il vago sogno, che cullava il poeta nell'indolenza fantasticante, aveva nascosta la luce, che emanava da quel cervello.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Bisca Anna Bonci Anna