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      Mehara, nel mezzo, dritta con l'alto e sottile corpo, agitava il ramo incendiato, da cui sgorgavano globi di denso fumo e scintille. Oh, sempre, sempre nella mia memoria rimarrà impresso quel volto, cupo d'odio, e il sogghigno atroce di quella bocca, e il luccichio delle pupille, fisse sovra di me! L'orribile apparizione balzò agilmente sul letto gettando la torcia fra le coperte. E subito da ogni lato si innalzarono lingue di fuoco, scarlatto e listate di nero, avvolgendo il corpo rigido della fanciulla. L'incendio spaventoso, che si svolgeva senza rumore a pochi passi da me, progrediva rapidamente, come a traverso un velo di sogno, immergendo la mia anima nel più profondo terrore. Vidi le vesti di Mehara fiammeggiare, il suo volto e le tenere carni solcarsi di liste rosse e nerastre, corrose dalla forza distruggitrice; vidi i suoi lunghi capelli drizzarsi sulla sua fronte e avvampare come da torcia umana. Fra le lingue di fuoco, che la coprivano, gli occhi ancor luccicavano, fissi intensamente nei miei. Scorsi ancora le sue braccia, levate alte sul capo, agitarsi in un ultimo gesto di spasimo; poi tutto il corpo rovinò in fascio nel vortice incandescente.
      La parete della camera riapparve, impenetrabile come prima. Raccapricciando nelle tenebre, che di nuovo m'avevano avviluppato, mi affrettai ad accender la lampada, che avrebbe dovuto vegliare sovra il mio amore. E scorsi Damianti, col corpo abbandonato sul pavimento, il viso bianco, e gli occhi, ancor pieni di luce, fissi, spalancati nel vuoto.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Mehara Damianti Fra