Pagina (113/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Baciavo sulla sua bocca l'alito fresco e profumato della giovinezza, nelle sue pure mani confidavo le mie speranze rinate. Ahimè! Fu brevissimo il sogno e, più terribile ancora dell'incubo antico, mi attendeva il risveglio.
      Un mattino, camminavo al fianco della mia diletta su per un'erta ripida di montagna. Intorno a noi ogni cosa acquistava il fascino di un'ebbrezza profonda. Nel cielo, nel folto delle boscaglie, nel fondo di quei valloni animati di casupole, nella stessa natura selvaggia dei monti noi leggevamo la felicità della nostra vita e la bellezza del nostro amore. Sostammo sovra un dirupo, scorrendo con gli occhi trepidi giù per la frana, nereggiante di macigni irti sulla mostruosa laceratura. La mia diletta si appoggiava fiduciosa al mio braccio, il volto lievemente posato sulla mia spalla. Il profumo dei suoi capelli, il battito del suo piccolo cuore, ch'io sentivo sotto la mia mano aperta, mi riempivano di dolcezza. A un tratto, avvenne qualcosa di orribile. Sentii un peso sul mio corpo e un'ansia nella mia anima e non scorsi più nulla per qualche istante, poichè la notte mi era calata improvvisa sugli occhi. In quell'attimo mi tornò rapida la visione di ciò, che ero stato una volta; una rabbia impotente, una convulsione di pensieri, creduti morti e ora ridestati violentemente, impazzarono nel mio cervello. Caddi sulle ginocchia, urlando come un demente. Udii la mia voce ripercossa dai monti come uno scherno; più nulla viveva intorno a me: solo, il peso di quella veste impalpabile, che mi schiacciava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Sentii