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      L'anima sognatrice del poeta aveva trovata una sorella in quella, ricca di volontà, della giovinetta. Anche i mali nervosi, dei quali aveva tanto sofferto Miserere, cominciarono a scomparire sotto l'influenza benefica delle parole e della suggestione continua di Anna.
      Tuttavia, non si erano ancor detta una parola di amore. Malgrado la vita in comune e la dimestichezza, essi si scrutavano l'un l'altro e, prima di risolversi a dar corpo al sogno, cercavano di rendersi una ragione esatta dei loro sentimenti. Spesso Miserere si sorprendeva a meravigliarsi di quella sua passione per una creatura, che nulla aveva in comune con lui. Egli temeva di esser vittima di un miraggio e di subire una volontà, cha solo in apparenza assumeva un aspetto simpatico.
      Un giorno nevicò molto sulle campagne. Verso sera, le nubi sgombrarono dal cielo lasciando libero il passo ai limpidi raggi della luna. I campi presentavano un aspetto caratteristico ed affascinante, tutti bianchi e pieni di scintillii sotto lo spiovere della luce lunare. Sovr'essi si dilungavano le file degli alberi, spogli di fronde, ma festonati da ghirlande di neve, che seguivano le sinuosità dei rami, cristallizzate sovr'essi dal gelo notturno.
      Anna e Miserere, affacciati alla terrazza, contemplavano, in silenzio, il paesaggio invernale. Intorno regnava la quiete; solo di quando in quando, in lontananza, risuonava qualche ululato di cane o il rustico e monotono canto di un contadino. I due giovani si sentivano vincere da una grande tenerezza; nella tranquillità, che regnava sulla natura, essi udivano i loro cuori battere follemente in un desiderio di gioia.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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