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      Ahimè! Pochi anni trascorsero e dovunque la sfrenata violenza e l'astuzia ancor più torbida stabilirono la loro sede. Non l'onore delle fanciulle, non i vincoli del sangue, non i legami della tenerezza riuscirono ad ostacolare lo sfogo delle più basse passioni. Basta! Basta! Per il nostro venerato ufficio! O saremo costretti a far citare la nostra stessa persona per trascuranza negli obblighi professionali. Pel cielo, se qualcuno ha da parlare in propria difesa s'avanzi, poichè la nostra collera non è ancora divampata.
      Una donna si tolse dal gruppo dondolando il corpo macilento di tisica e girando intorno gli occhietti rossi e cisposi.
      - Signore, cominciò, io sono Venere e chiedo pietà per le fatiche, che ho sopportate con questi sconoscentissimi uomini. Ho lavorato molto per renderli ossequienti alla mia volontà, mi son logorati gli occhi e le membra per procurar loro quella felicità, che soltanto il mio amore può dare. Tutto fu vano! Cominciarono con l'innalzarmi templi. A quell'epoca li vedevo in lunghe file venire a deporre le loro offerte ai miei piedi. Erano teneri e timidi come agnelli e si lasciavano carezzare dalle mie dolci mani. Ma un vento impuro ha abbattuti quei ricettacoli dell'amore. Ogni mortale ha sprezzati i tesori, ch'io prodigavo con lèna instancabile, e s'è compiaciuto nell'antepormi l'interesse e l'ipocrisia. Mi son vista cacciata di paese in paese, finchè ho dovuto rifugiarmi, lo confesso con rossore, sotto una maschera di belletto, in stanze lucide e puzzolenti.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Venere