Pagina (159/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quanto vedete in me è oro, poichè io sono una magnifica moneta da venti lire. Ogni uomo vorrebbe possedermi; per me si sacrificano vite, si ripudiano virtù, si uccidono onestà ed onore. Volete ridere? Ho visto fanciulle fiorenti vendere i loro freschi corpi per ottenermi, ho visto giovanetti avvelenare i padri, mariti assassinare le mogli. Allorchè esco a passeggiare mi vedo seguito da un codazzo di uomini, che si accalcano, infuriando l'un contro l'altro. E tutti stendono la mano verso di me, facendo luccicare gli occhi nell'ombra. Sono obbligato a correre per le vie come un pazzo, volgendo indietro lo sguardo pauroso su quella fiumana di gente dagli aliti caldi e dai gesti violenti. Oramai, sono stanco e quasi risoluto a gettarmi in un mucchio di immondizie, ove mi raccoglierà qualche onesto spazzaturaio.
      - Non lo fare, interloquì un altro pazzo; o per tutto l'oro del mondo ti avrò in conto di una femminetta!
      L'interruttore era un poeta dagli occhi azzurri e innocenti e dalla voce melodiosa: uno strano fanciullone, che cantava e piangeva e pregava la luna con un fervore da esaltato ed una dolcezza da donna. Si avanzò veloce e, inchinatosi leggermente al vecchio, continuò:
      - Ho inteso molte chiacchiere, ma non ho visto un essere degno di parlare e di essere ascoltato. Io sono la Pazzia, signore, ed anche la Saggezza, poichè la maggiore saggezza risiede, appunto, nella demenza. Ogni creatura umana è soggetta al mio impero, ch'io rendo piacevole o doloroso a seconda delle circostanze.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Pazzia Saggezza