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      - Che hai, Anna? Cos'è accaduto?; m'interrogò ritraendosi un poco.
      Dunque egli stesso ignorava! Dunque il ricordo della sua stessa esistenza sotto le spoglie di Leone Varinski era svanito dal suo cervello, senza lasciare nessuna traccia? Esitai un istante prima di spezzare inesorabilmente il suo cuore. Ma non potevo, non dovevo tacere! Mi feci forza, e gli raccontai tutto quello che avevo visto, tutto lo spasimo che avevo provato. Dapprima m'ascoltò meravigliato, senza comprendermi; poi, a poco a poco, la spaventosa verità si fece strada nel suo cervello.
      - Guardati nello specchio, Pietro Mercovich, se non mi credi; gli dissi.
      Si affrettò ad ubbidirmi: vide i baffi, ancora volti all'insù, scorse l'abito bizzarro d'artista, che indossava, e si appoggiò ad una parete singhiozzando. Oh, non potevo, non potevo più amarlo, poichè provavo per lui paura e ribrezzo! Avrei dovuto tremare ad ogni istante, temendo di vederlo trasformarsi sotto i miei occhi nell'odioso Leone Varinski! Il suo orribile doppio si sarebbe imposto come un incubo alla mia esistenza e mi avrebbe torturata continuamente con la sua presenza invisibile! No, no; qualunque cosa, piuttosto!
      Pietro Mercovich è rimasto un po' appoggiato al muro, piangendo. Avrei voluto avvicinarmi a lui, consolarlo. Ma il terrore mi aveva paralizzata, agghiacciandomi il sangue nelle vene. Come attraverso una nube vidi Pietro Mercovich avvicinarsi lentamente alla porta, camminando come un sonnambulo, sostare un attimo sulla soglia, a guardarmi, il viso sconvolto dalla disperazione, poi sollevare la tenda ed uscire.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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