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      Si rovesciarono impetuosamente nella taverna cinque cavalieri con i ricchi abiti sporchi e puzzanti di vino. Camminavano con passi malfermi, quantunque si sforzassero di allargare le gambe per meglio sorreggere il corpo. Il primo entrato si tolse il cappello e lo buttò in un angolo della stanza. Poi, prese una sedia e vi si pose sopra a cavalcioni, appoggiando le braccia sulla spalliera e il mento sovr'esse. Aveva un volto così bianco da sembrare coperto da una maschera di marmo. Per entro quel pallore si aprivano gli occhi lucidi e iniettati di sangue. Uno fra i suoi compagni, un uomo alto e robusto dalla faccia imberbe, allora infuocata dall'influsso del vino, si sdraiò per terra ai suoi piedi. Gli altri sedettero alla rinfusa.
      - Sire; cominciò il taverniere rivolgendosi all'uomo sdraiato al suolo. Ma quello lo interruppe sghignazzando:
      - Buon Pill, non dar la stura alla tua ciancia. Piuttosto, sollevaci dalla nostra afflizione, portaci vino, molto vino, barili di vino!
      L'orgia, interrotta chi sa come e dove, riprese silenziosamente il suo corso. Quegli uomini bevevano con calma, trangugiando boccali su boccali col solito gesto monotono e indifferente. Ogni tanto qualcuno faceva sentire un sordo brontolio di soddisfazione. Dopo mezz'ora, dei cinque uomini tre erano rovesciati al suolo pesantemente, come tori colpiti da una mazzata, e ora giacevano nelle pose più disparate col viso voltato al soffitto o abbandonato sul terreno umido tra i frantumi di tazze vuotate e i rigagnoletti del vino.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Pill