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      Ma aspetterò, per vedere l'accoglienza, che farà il pubblico al suo lavoro. Chi sa! Potrebbe riuscire a farsi una posizione come scrittore. Mia figlia le vuol bene e attenderà. Ma è l'ultima sua speranza!"
      Così, adesso, si trovava solo, senza risorse e senza gioie. Provava l'impressione di una caduta vertiginosa nel vuoto. Si toccò la fronte scottava. Ebbe paura di sè stesso per un momento. Ma subito si rincuorò, mormorando Sarà finita, per sempre! Il suo pensiero corse rapido alla casa paterna, al babbo e alla mamma che attendevano da lui ogni consolazione. Come li aveva illusi e qual dolore preparava a quei poveri vecchi! Nella furia dei ricordi non si avvide che qualcuno era in camera, accanto al suo letto. I suoi sguardi accesi si incontrarono, a un tratto, in quelli di un giovine, che lo fissava con un'espressione affettuosa. Rientrò in sè, lo riconobbe. Era un collega, un bravo ragazzo. Ma che voleva da lui, in quel momento?
      L' altro cominciò a parlare:
      - Mi perdoni. Sono venuto, in nome mio e degli altri compagni d'ufficio. Può ascoltarmi con calma?
      - Sì, sì; dica pure. Ma adesso non ho le idee a posto.
      - Comprendo. Ero in teatro anch'io, ieri sera. Ho lottato con ogni forza per far riuscire a bene il lavoro, un po' per amicizia di lei, molto perchè mi piaceva. Questa mattina ci siamo riuniti tutti, abbiamo parlato al Direttore.
      - Ebbene? Che vogliono ancora da me?
      - Ascolti, e mi perdoni se entro in argomenti delicati. Sapevamo che ogni sua speranza era fondata nel successo del dramma; sapevamo anche che il suo matrimonio dipendeva da quello.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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