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      Ma quanta maggior rassomiglianza, anzi affinitą spirituale aveva con questo il mio amico. La stessa torturante ricerca della perfezione, la stessa originalitą profonda del concetto, la medesima ripugnanza per ogni sfoggio ciarlatanesco d'ingegno, per ogni stravaganza studiata, si nascondeva nel cervello del mio amico. Per completare l'affinitą aggiungo che anch'egli possedeva in grado supremo un bizzarro spirito di mistificazione. Una delle sue vittime fu appunto Baudelaire, il cartolaio. Costui aveva una botteguccia in una via frequentatissima di Genova e si teneva di continuo dietro il suo banco, guardando con aria annoiata i passanti. Il mio amico ed io cominciammo a fargli una corte assidua, soffermandoci a contemplarlo almeno una volta ogni giorno, non so dire se con maggiore meraviglia sua o nostro piacere. L'avremmo baciato volentieri per quella somiglianza fisica e cercavamo ogni mezzo per farglielo capire. Ma lui, duro! Forse non aveva mai letto i Poemetti in prosa. A poco a poco quell'uomo divenne il nostro incubo, un'ossessione, sebbene l'ossessionato, in apparenza, fosse lui. A forza di almanaccare riuscimmo a convincerci che l'anima del geniale poeta s'era rifugiata, per vivere un po' tranquilla, nel corpo dell'umile bottegaio. Ma perchč non rispondeva alle nostre chiamate, ai nostri gesti amichevoli? Perchč quell'uomo ci spalancava in faccia i suoi occhi, che assumevano di giorno in giorno un'espressione sempre pił inquieta e turbata, invece di aprirci cordialmente le braccia e di concederci un amplesso fraterno?


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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