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      Deliberò il Senato - egli scrisse - che, nel Veronese, l'anno 1507, un certo numero di contadini che potessero armi portare, si scegliesse e descrivesse; i quali all'arte militare si avvezzassero, e costoro liberi da tutte gravezze fossero, acciò più pronti alle cose della guerra essere potessero, e chiamati alle loro insegne incontanente v'andassero. Il qual raccoglimento di soldati di contado agli altri fini della Repubblica (come suole l'uso essere di tutte le cose maestro) in breve passò e si diffuse. Il perchè ora le ville ed i ragunamenti degli uomini del contado di ogni città, parte de' suoi hanno che a questa cosa intendono, di essere armati ed apparecchiati di maniera che, senza spazio, alla guerra subitamente gire e trovarsi e servire alla Repubblica e per lei adoperare si possono. E queste genti tutte soldati di ordinanza, o cernite, si chiamarono
      (14).
      La guerra della lega di Cambrai, combattuta per l'integrità dei domini della Signoria, consolidò questa milizia paesana e la fece popolare, ad onta dei tentativi fatti per denigrarla - più che tutto dopo lo sbaraglio di Vailate - per opera dei troppo interessati fautori delle milizie assoldate, gli industriali della guerra d'allora. In sostanza, si voleva rovesciare sopra i soldati di ordinanza un po' di quel discredito e di quella noncuranza di cui gli eserciti regolari furono sempre prodighi verso le "guardie nazionali".
      Il grande vantaggio delle cerne consisteva, anzitutto, nel loro costo sensibilmente minore in confronto del necessario per mantenere un eguale numero di soldati di mestiere.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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