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      Pensi dunque l'E. V. quanto inaspettato mi giungesse il nuovo precetto, grave e difficile, di immergermi in quei ardui studi nel periodo ristretto di 18 mesi, termine alle prove assegnato, e quanto fosse il mio svantaggio rimpetto ai giovani tenenti di me meno anziani, che tratti recentemente dal Militar Collegio di Verona avevano avuta la fortuna di essere da valenti maestri istrutti con ottima disciplina in quelle scienze
      (61).
      Nelle armi di linea, si impugnava in luogo delle tesi scientifiche il valore delle prescritte prove, per quanto si riferivano alla parte teorica del regolamento di esercizi e di quello sul servizio delle truppe in campagna. Il Senato ed il Savio, imbarazzati di fronte a questa selva di proteste che rimpinzavano di suppliche e di lagni le voluminose filze del carteggio, ordinarono infine alle commissioni reggimentali di rassegnare i titoli dei candidati e le prove di esame al Savio stesso, acciocchè questi potesse giudicare con uniformità, di criteri, come in ultimo appello. Ma non per questo i lagni cessarono: occorreva un rinnovamento profondo di uomini e di principi per porre rimedio al male, e questo rimedio non poteva essere nelle mani della vetusta Serenissima.
      Era l'estate del 1796, quando il Savio alla Scrittura Leonardo Zustinian - già denominato in alcuni reclami con il vocabolo giacobino di cittadino - si risolse di proporre al Senato uno schema di svecchiamento dell'esercito, mercè una larga applicazione del sistema dei limiti di età, visto che quello degli esami aveva ormai dichiarato la sua bancarotta.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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