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      Nella stagione fredda si indossava da tutti un cappotto di panno bianco, della stoffa di quello usato per il bavero della velada, guernito di bottoni pure di metallo dorato e foderato assai spesso di una buona pelliccia. I calzoni d'inverno erano di panno blò e nella stagione calda di rigadino bianco forte.
      L'abbigliamento degli ufficiali veneti era completato dal colletto di pelle nera lucida, dai manichini di buona tela batista, dai guanti di pelle gialla lavabile, dagli stivali di bulgaro cerato, dagli stivaletti di pelle nera da usarsi in estate, allacciati dalle cordelle, e dal cappello a tricorno.
      I distintivi di grado si portavano sul cappello. L'alfiere non recava sopra di esso alcuna distinzione, i tenenti ed i capitani-tenenti si riconoscevano invece per una rosetta, o coccarda, mista d'oro e di seta azzurra, assicurata sull'ala sinistra del tricorno mediante un bottone ed un'asola (laccio) di seta nera. I capitani si distinguevano per due rosette simili alle anzi descritte, assicurate sopra ciascun'ala del copricapo: i sergenti maggiori, i tenenti colonnelli ed i colonnelli infine recavano tutti, senza distinzione alcuna, due rosette come i capitani, intessute però per intero di solo filo d'oro. Oltre a ciò il bavero degli abiti degli ufficiali superiori era ornato di un largo gallone d'oro mentre quello degli ufficiali inferiori ne era sprovvisto.
      Anche i fiocchi delle spade e dei bastoni erano differenti per ogni grado. I bastoni dei subalterni erano guerniti di un pomo d'avorio, quelli dei capitani di un pomo di metallo liscio dorato: i bastoni degli ufficiali superiori non avevano altro distintivo che un risalto anulare disposto verso l'attacco del pomo alla canna.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199