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      Nel piedilista del 1781 adunque il reggimento di artiglieria appare di già adulto. Esso contava 681 cannonieri suddivisi in 12 compagnie, quattro delle quali erano dislocate nei presidi di Levante, tre in quelli di Dalmazia e le rimanenti cinque in Italia. Dai diversi presidi poi si prelevavano in proporzione i contingenti necessari per il servizio delle navi armate in guerra. Alla disciplina, all'istruzione ed all'impiego dei cannonieri imbarcati sopravvegliavano a turno, due degli otto capitani del reggimento residenti a Venezia, l'uno a bordo della nave capitana, l'altro a bordo della galera provveditrice dell'armata, e ciò durante il tempo in cui la squadra teneva il mare, vale a dire ordinariamente dal giugno all'ottobre di ogni anno.
      Il numero dei cannonieri imbarcati sulle navi era, di regola, di una ventina per ogni fregata e di una dozzina per ogni sciabecco. L'impiego delle batterie galleggianti verificatosi in quei tempi gloriosi per le imprese coloniali dell'Emo, richiedeva oltre a ciò uno speciale contingente anche per tali navigli, pari in forza a quello che si usava sulle fregate.
      All'infuori di questi còmpiti essenziali del reggimento, di servire cioè sui pubblici navigli, esso funzionava da centro d'istruzione e da istituto di collaudo dei materiali dell'arma. Queste pratiche si eseguivano al tiro al bersaglio del Lido - l'antico palio dello splendore veneziano - dove si trovavano raccolti i falconetti ed i cannoni, in prevalenza del calibro da 12 e da 16, necessari per eseguire i tiri di prova, il saggio delle polveri e dei proiettili e per verificare la resistenza dei materiali.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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