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      Fu così possibile armare nell'estate del 1784 la squadra veneziana destinata all'impresa di Tunisi(148); sforzo assai modesto se si riguarda il passato, ma tuttavia soddisfacente e lusinghiero se si considerano le critiche contingenze del tempo, le trascuranze e gli abbandoni degli istituti militari e marinari.
      Nel seguente anno 1785 i cannonieri del reggimento artiglieria si distinguevano nel violento bombardamento della cittadella di Sfax. La bombarda Distruzione, nel combattimento del 30 luglio colpiva 31 volte il segno su 32 tiri, il 31 luglio 23 volte su 47, il 1° agosto infine 39 volte su 47. La bombarda Polonia il 1° agosto stesso colpiva 55 volte il nemico su 61 colpi lanciati. Il porto di Trapani - prescelto dall'Emo con sagace intuito militare e navale - per servire da base eventuale di rifornimento della propria squadra e delle artiglierie venete, ferveva allora di apparecchi guerreschi. Quivi si apportavano gli ultimi ritocchi alle batterie galleggianti protette, ideate ed allestite dal grande ammiraglio.
      La poca influenza delle navi - così egli lasciò scritto - sopra le batterie rasenti del molo, suggerì alla mia imaginazione un espediente alla prima apparentemente ridicolo... di formare cioè, con artificiosa connessione, clausura e rivestimento della unita superficie di due masse di venti botti, due zattere o galleggianti munite di un grosso cannone da 40 ciascuno... protetto da parapetti formati da una doppia riga di mucchi di sabbia... bagnata e rinchiusa da sacchi


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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