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      Proseguendo nel triste pellegrinaggio, dalla Dalmazia alle terre Levantine, le tinte del rapporto Moser si fanno ancora più fosche, come che la vita pubblica veneta scemasse di vigore e di calore a misura che si allontanava dalla Dominante e dalle province a questa più vicine. "A Corfù - continua la ricordata relazione - le opere sono tutte ingombre, i parapetti rovesciati, disfatte le embrasure (feritoie) ... sicchè confesso che grande fu la mia sorpresa nell'attraversare tanta rovina. A Cerigo ed Asso, la medesima desolazione. Quivi i N.N. H.H.(184) rappresentanti, nelle loro abitazioni, sono appena riparati dai raggi solari ed il vento e la pioggia entra per ogni parte. Gli ufficiali di Cerigo pagano alloggio di casa, essendo atterrate quelle che loro servivano da ricovero; i soldati sono pessimamente posti nei corpi di guardia. Ad Asso infine tutte le fabbriche militari sono in rovina. Le condizioni del forte di San Francesco di Cerigo... mi hanno poi fatto rabbrividire, ed invoco provvedimenti per il decoro del Principato. Li otto pezzi che quivi sono nella casa di San Nicolò, 3 da 30 e 5 da 20, sarebbe più decoroso che fossero interamente a terra, piuttostochè vederli appoggiati sui fracidissimi rottami dei loro letti (affusti).
      A Cefalonia le due fortezze sono ora interamente disabitate... Prèvesa acquistata nell'ultima guerra contro il Turco, nel golfo di Arta, insieme a Voniza(185) esposta alle incursioni nemiche, è fortezza solo di nome ma in realtà è un mal conservato trinceramento


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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