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      Ma il paragone a tutto rigore di critica non regge. Al massimo i travagliatori veneti potevano rassomigliarsi alle compagnie di ouvriers, che esistevano nell'esercito francese prima dell'anno 1776; compagnie che vennero poi surrogate dai soldati pionniers con precisi attributi di arma tecnica, ciò che significa che i predecessori degli ouvriers non possedevano i requisiti dei pionieri o, quanto meno, in modo assai incompleto.
      Ma anche facendo astrazione da questi còmpiti e da questi paralleli, occorre mettere in rilievo qualche altro aspetto che meglio serva a chiarire il valore militare e morale del nuovo corpo dei travagliatori, e le differenze sostanziali con il corpo dei soldati pionniers di Francia, cui si vorrebbe troppo corrivamente ricollegare le tradizioni organiche dei travagliatori veneti.
      Il Moser adunque, esponendo l'urgenza di far argine al decadere delle fortificazioni veneziane, proponeva d'impiegare nei ristauri un personale militare ordinato in compagnie, con reclutamento, còmpiti e trattamento assai analoghi a quelli delle odierne compagnie di disciplina. Era quindi una specie di stabilimento di correzione militare che si trattava di istituire, realizzando con esso due vantaggi precipui: quello cioè di purgare i corpi dai soggetti più pericolosi e di impiegare la loro mano d'opera nei restauri delle fortificazioni e delle caserme a prezzo più conveniente della mano d'opera borghese.
      Quest'opera di risanamento dal lato morale militare - particolarmente caldeggiata dal Savio di Terraferma alla Scrittura in carica Niccolò Foscarini - piacque al Senato che l'approvò anzitutto per tali viste.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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