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      Il reggimento Croati del Colonnello Begna presidiava la Dalmazia senza distaccamenti in altri riparti, quello del Colonnello Gregorina era tutto raccolto in Italia. Il Reggimento artiglieria infine era suddiviso con sei compagnie in Levante, tre nella Dalmazia ed altrettante in Italia.
      Questa dislocazione delle truppe venete si mantenne presso a poco immutata fino alla caduta della Repubblica. Subì soltanto qualche alterazione nel 1796 quando, a cominciare dai primi di giugno, dalle province d'Oltremare furono chiamate alla Dominante truppe per la difesa delle lagune minacciate dagli eserciti di Francia. Allora, per la seconda volta dopo la guerra di Cambrai, si videro raccolte milizie in buon numero dentro l'abitato cittadino di Venezia, violando la tradizionale consuetudine che ne le escludeva in via normale in omaggio alle libertà repubblicane.
      All'infuori di codesti casi eccezionalissimi, unici rappresentanti della legge e della forza armata veneta dentro alla città delle lagune erano i birri ed i fanti, ministri questi ultimi al servizio del Consiglio dei Dieci e degli Inquisitori di Stato(234).
     
     
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      Poichè l'esercito veneto della rovina repubblicana accentuò il proprio carattere di istituto di beneficenza, pullularono come una fungaia i corpi degli invalidi, o dei benemeriti, senza contare i nuclei di militari fisicamente inadatti al servizio, non inquadrati in unità sedentarie ma semplicemente mantenuti a ruolo e stipendio con il benefizio delle così dette mezze paghe.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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