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      Era insomma una bella mattina d'un bel giorno di festa, ed il pensiero ti si esilarava nel contemplare quella scena sì poetica nella sua amena semplicità. Tali impressioni dovettero al certo svolgersi mano a mano nell'animo di quel solingo meditatore, e succedere forse alla prima foga dei suoi pensieri... la sua fronte diffatti raggiò d'un soave sorriso.... entro la sua pupilla errò qualche cosa di indefinibile, ma che armonizzava perfettamente coll'espressione serena del suo volto, egli alzò il capo e lo scosse con quel piglio baldanzoso che appalesa il fremito interno del cuore in cui batte il palpito della speranza, e che sembra quasi una sfida alla sventura.... e si volse.
      Una nube passò rapida sulla sua fronte.
      A lui rimpetto sorgeva imponente ed altiero il castello di San Giorgio.... L'acqua del lago, che scorreva limpida e tersa a mezzo del suo corso, e che sin fra i canneti dell'opposta sponda si screziava di vivi lampeggi ripercottendo oscillanti sprazzi di luce, verdacea e cupa lambiva le tetre e massiccie fondamenta del castello, l'aliga cresceva sul suo fondo fangoso, quasi rasente all'acque aprivansi angusti spiragli difesi da grosse ed irruginite sbarre di ferro, intorno ai merli, anneriti dal tempo, in larghe ruote volteggia il falco, solitario abitatore di quella rocca, il sole, levandosi dietro di essa, faceva sì che tutto all'intorno si disegnasse la sinistra sua ombra onde era avvolto parte del ponte, ed a Carlo, che moveva per ritornarsene entro la città, parve sentire più freddo il tocco dell'aria nel rasentare i suoi fianchi ombrosi e cupi.


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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867 pagine 26

   





San Giorgio Carlo